La storia.
E'
presumibile, come attestano la maggior parte degli storici, che la nascita
della Magnifica Comunità di Cadore sia da attribuire a diversi
fattori favorevoli divenuti concomitanti agli inizi del terzo decennio
del secolo XIV.
Sulla regione signoreggiavano i da
Camino, vassalli del patriarca di Aquileia; nel 1329 i feudi furono
assegnati ai cadorini Lorenzo e Giovanni Piloni; tale operazione permise
ai rappresentanti del Cadore di sedere nel parlamento friulano.
Con l'uscita di scena dei Caminesi, fu il Patriarcato
di Aquileia a rivendicare ed ottenere il diritto sul Cadore; cessò
così di avere sovranità anche lo statuto da loro imposto
nel 1235 che non piaceva molto ai cadorini perché veniva imposto
loro dall'alto. Approfittando degli eventi, della lontananza del Tirolo
e del mutato signore, i cadorini incaricarono un rappresentante di ogni
centenaro di scrivere, con
l'aiuto del vicarius, un nuovo statuto che vide la luce nel 1338.
Il Patriarca concesse ai cadorini di avere un rettore e un vicario deputato
all'amministrazione della giustizia, di modificare le leggi, di essere
liberi da fazioni e collette, di poter difendere unicamente il loro
territorio, e di mantenere i castelli,
antichi presidi deputati alla difesa dell'intero territorio.
Con la dedizione del Cadore a Venezia nel 1420, al grido di eamus
ad bonos venetos, si consolidò il potere locale subordinato
mediante gli Statuti;
il governo centrale scelse come sede Pieve di Cadore e si organizzò
istituendo un Consiglio generale, un capitano di Cadore, un vicario,
quattro consoli, un massaro e due sindaci, organi che furono in grado
di garantire la leadership politica della Magnifica Comunità
e un lungo periodo di pace, interrotto unicamente dalle guerre contro
Massimiliano I d'Asburgo, guerre che ebbero un'alternanza di vittorie
e sconfitte da ambo le parti e che si conclusero con la definitiva occupazione
del Cadore da parte delle truppe tedesche nel 1511 e il distacco di
Ampezzo che passò sotto il dominio dell'arciduca d'Austria.
Quasi parallela, anche se con radici più lontane nel tempo, è
la storia che contraddistingue le vicende dell'arcidiaconato del Cadore,
che spesso si frammistano a quelle politiche, a volte subordinandosi
a volte prendendo il sopravvento.
La vita dell'antica Comunità ebbe comunque di fatto termine quando
le truppe francesi affondarono la Serenissima, nel 1797, recidendo anche
il legame tra Venezia e il Cadore che, da quel momento, si trovò
improvvisamente privata del sostegno che, per secoli, l'aveva sostenuta
e condizionata. Disorientato, il Cadore non seppe reagire e si dimostra
impreparato ad organizzare nuove prospettive politiche. La Magnifica
Comunità venne sciolta, per essere nuovamente ricostruita solo
dopo settant'anni.