Tiziano Vecellio.

Il grande pittore Tiziano Vecellio (1490-1576), che ha dominato con la sua arte la cultura europea del tardo Rinascimento, fin dagli esordi venne conosciuto in arte come "Tiziano da Cadore". Nonostante il suo trasferimento in giovane età nella vicina e splendente Venezia, dove visse fino alla morte, egli mantenne sempre un legame molto stretto con la terra natale.
Secondo la tradizione orale e secondo quanto afferma Gio Mario Verdizzotti (letterato amico di Tiziano) la casa dove Tiziano è nato, verso il nono decennio del '400, è quella esistente a Pieve di Cadore in contrada Arsenale, borgata Lóvaria (Lóvi, lupi, antico epiteto dei pievesi).
Per lungo tempo la casa è stata ignorata a causa dell'addossamento di un avancorpo edificato verso la metà del '700, che nascondeva la facciata quattrocentesca oggi recuperata grazie agli interventi di restauro effettuati in fasi diverse a partire dal principio del secolo scorso. Il suo aspetto precedente ha comunque indotto, all'inizio dell'800, diversi studiosi a scrivere che la casa dove era nato Tiziano non esisteva più.
Nel secondo decennio del XIX secolo Taddeo Jacobi e don Giuseppe Cadorin riuscirono ad identificarla partendo dalla perizia fatta eseguire (1580) dal figlio di Tiziano, Pomponio, erede della casa paterna di Pieve. I due studiosi constatarono che non era stata fatta alcuna modifica sostanziale, sia all'interno che all'esterno dell'edificio, ad eccezione dell'avancorpo settecentesco. (La ricerca è pubblicata nel volume di Cadorin nel 1833, "Dello amore ai Veneziani di Tiziano Vecellio, delle sue case in Cadore e in Venezia, e delle vite de' suoi figli"). Nel 1534 muore Gregorio, padre di Tiziano che con il fratello Francesco aveva mantenuto la casa, abitata da quest'ultimo sino alla morte, l'unica che Tiziano possedesse in Cadore, come risulta dalla denuncia dei beni che lo stesso redige nel 1556: "[…] Et primo in Cadore, mi atruovo una casa in la qual habitava il q.m mio fratello messer Francesco Vecellio […] et apreso detta casa, m'atruovo un pezzo di pra in loco chiamato Montaricho […]".Tiziano vi soggiornò nelle rare visite compiute a Pieve di Cadore. Il figlio Pomponio, che la ricevette in eredità, nel 1580 la mise in vendita. Dopo diversi passaggi di proprietà, nel secolo XVIII, la casa divenne di proprietà di Giacomo Vecellio che, essendo celibe, la lascia ad Osvaldo Tabacchi. Questi, avendo numerosa prole provvide ad allargarla. La casa rimase di proprietà della famiglia Tabacchi sino al 1881, quando venne acquistata da Davide Springolo di Treviso. Risale al 1926 l'acquisizione dell'edificio, nel frattempo riconosciuto monumento nazionale, da parte della Magnifica Comunità, anche se già nel 1880 il Comune di Pieve di Cadore aveva provveduto ad affiggere sulla facciata una lapide, tuttora esistente, che recita: "CADORE SEGNA AI SUOI OSPITI QUESTA CASA OVE NACQUE E CREBBE TIZIANO". I restauri, diretti da Giuseppe Palatini, portarono alla demolizione dell'avancorpo e al ripristino della facciata originaria; nel 1932 una solenne cerimonia consegnò lo storico edificio al patrimonio dell'umanità.