CENITA FELICITER - L'EPOPEA GOTO-FRANCO-ROMAICO-LONGOBARDA TRA IV E VIII SECOLO

Dettagli dell'evento:

  • quando: 04-05-2018 19:00
  • dove: SALA CONSILIARE DELLA MAGNIFICA COMUNITA'
  • info: 0435 32262


Biografia dell'autore:  Studi classici e laurea in Scienze Politiche. Membro del comitato di gestione e collaboratore della rivista di studi “Il Flaminio”, di Vittorio Veneto. Socio del Gruppo Archeologico del Cenedese di Vittorio Veneto, di cui fu ripetutamente presidente tra il 1984 e il 1995. Autore di gran parte delle foto dell’archivio del G.A.C., col quale produsse diverse mostre fotografiche sulle testimonianze archeologiche e storiche locali dalla Preistoria, all’Età del Ferro, all’Altomedioevo, presentate e illustrate in numerosi comuni delle province di TV, BL, VI e PN. La sua attività di divulgazione comprendeva pure conferenze al pubblico, e interventi nelle scuole dalle elementari alle superiori, su argomenti riguardanti la Preistoria, la Protostoria e l’Età del Ferro, i locali santuari proto-veneti e romani, la romanizzazione del territorio, gli insediamenti d’altura nel tardo-antico, l’Età Longobarda.

Tema: La drammatica guerra goto-romaica in Italia si conclude con la distruzione del regno dei Goti, ma si sfilaccia in ribellioni di città tenute da Ostrogoti resistenti: Cuma, Lucca, Pavia, Verona le più agguerrite. A queste si aggiungono: le interferenze dei Franchi merovingi portate dai loro superstiti possedimenti alpini e prealpini veneti con base a Ceneda; poi le incursioni franco-alamanne fino alle province a Sud di Roma; infine la rivolta dei federati Eruli nella Venetia. Narsete, il plenipotenziario imperiale, riesce a stroncare ogni velleità con la forza e con epiche battaglie, e riporta i confini italici fin quasi alle frontiere del V secolo; pone quindi mano al restauro delle città e alla riorganizzazione delle popolazioni stremate dagli eventi. I Longobardi, nel 568, entrano come federati nella Venetia e si attestano nei settori confinari organizzati dal ‘cubiculario ed esarco’ Narsete, che saranno all’origine dei loro primi più potenti ducati. Con la morte di Narsete la debole politica imperiale lascia spazio alle manovre longobarde che in due anni si espandono verso la pianura padana e la Tuscia, e attaccano la Gallia. Il regno di Verona con Alboino non è però in grado di sopravvivere alle faide sobillate dai greco-romaici ravennati, ed il re viene ucciso. Le due grosse fazioni longobarde che ne derivano, connotate politicamente (pro e contro l’Impero) e geograficamente, cioè stanziate in quelle regioni che saranno dette Austria (a Est) e Neustria (a Ovest), non riescono ad evitare gli intrighi. Sia il regno di Verona con Elmichi, che poi il primo regno di Pavia con Clefi cadono miseramente. Dopo un circa decennio d’interregno i Longobardi delle province occidentali, ‘col permesso dei Franchi’, si eleggono un nuovo re, Autari. Il secondo regno di Pavia è però attaccato dai Franchi d’Austrasia pagati dai Bizantini, e dagli stessi Bizantini. Questi Longobardi, con re Autari, dopo qualche iniziale successo, finiscono ad un passo dalla disfatta, ed Autari muore forse di veleno. Il nuovo regno di Milano, con re Agilulfo, si consolida e anno dopo anno espande il suo controllo fino ai confini nord-occidentali alpini e fino ai ducati “autonomisti” delle province orientali. Riesce pure a portare un’incursione fino a Roma, tramite alleanze ed il supporto di gruppi di quei Longobardi che, già al soldo dell’Impero, dalle guerre in Oriente contro Avari e Persiani erano stati ritrasferiti in Italia prima al seguito del curopalate Baduario, e poi del patrizio Nordulfo. Tra questi i duchi Ariulfo, incaricato forse dall’esarca Romanos al presidio di Spoleto, Arichis a Benevento; e non dimentichiamo in precedenza Faroaldo a Classe, Droctulfo a Brescello e a Ravenna, in seguito Guduino a Napoli, ecc. …